All’interno di pallet, gabbie o casse in legno potrebbero nascondersi organismi potenzialmente nocivi sia per l’uomo che per l’ambiente. Ecco perché una normativa a livello internazionale dispone che gli stessi vengano sottoposti a trattamento fitosanitario e certificati.
La FAO ha stabilito uno standard in riferimento al trattamento fitosanitario degli imballaggi che viene denominato ISPM 15 FAO, applicato in circa 180 Paesi. Sulla base della normativa, ogni imballaggio in legno scortecciato superiore ai 6mm adoperato per il trasporto merci deve ottenere un certificato fitosanitario. Per la circolazione all’interno dell’Unione Europea, non è obbligatorio trattare gli imballaggi in legno secondo questo standard. Il trattamento si rende necessario, correlato di apposita certificazione, prima di spedire imballaggi in legno da un Paese extraeuropeo ad un altro. I prodotti in legno compensato, o comunque con spessore inferiore ai 6mm, non necessitano di alcun trattamento fitosanitario.
Gli imballaggi che necessitano del trattamento fitosanitario sono i seguenti:
La normativa distingue due diverse tipologie di trattamenti fitosanitari: trattamento termico ad alta temperatura (denominato anche trattamento HT pallet) e il trattamento tramite fumigazione con bromuro di metile; quest’ultimo, seppur altamente efficace, dal 2010 è stato vietato in Europa a causa del suo impatto inquinante sull’ambiente.
Il trattamento termico ad alta temperatura consente di ottenere il prodotto fitosanitario attraverso un processo di riscaldamento non inferiore ai 56° per un tempo consecutivo di almeno 30 minuti. Un processo aggiuntivo è l’essiccazione, necessario per abbattere l’umidità generata dal processo di riscaldamento all’interno delle fibre lignee.
Grazie all’essiccazione verrà eliminata un’eventuale formazione di muffe, garantendo inoltre una maggiore resistenza dell’imballo. Si tratta di un vantaggio non di poco conto, specialmente quando si considera che per le spedizioni internazionali i tempi di trasporto possono anche essere lunghi e si ha bisogno di poter contare su una buona tenuta dei pallet anche su lunghe distanze. Non a caso, molte aziende dispongono di più forni all’interno delle loro sedi e producono pallet trattati termicamente 24 ore su 24. L’Italia, a differenza di altri Paesi, ha introdotto un sistema di rintracciabilità fitosanitaria attraverso cui è possibile risalire ai processi di lavorazione aziendale del legno e degli imballaggi.
A seguito del trattamento termico, i pallet vengono marcati in maniera indelebile con il marchio IPPC/FAO che ne consente il transito e il trasporto a livello extra europeo presso tutti quei Paesi in cui la convenzione è in vigore.
Nel marchio è possibile riconoscere tre simboli:
Il marchio dovrà essere controllato attraverso un apposito sistema di certificazione che coinvolge le imprese, sia nella fase di produzione degli imballaggi che in quelle del trattamento.